24 novembre 2011

Il "rise and fall" di Andrè Villas Boas..


Quando quest'estate Ivano Pereira, difensore del Porto, scrisse su Twitter "Abramovich ha portato via il nostro allenatore" anticipando di qualche ora il matrimonio ufficiale tra lo Special Two e il Chelsea, in tanti ingoiarono amaro per aver visto sfumare la possibilità di arrivare al tecnico più desiderato del continente.

L'Inter aveva provato una mission impossible per cercare di affidare al 33enne il dopo Leonardo, la Juventus prima di scegliere Conte pareva orientata a ripartire proprio dal plurititolato portoghese per voltare pagina dopo due annate da dimenticare, e più in generale qualsiasi panchina importante inquadrava nel nuovo fenomeno della panchina l'uomo giusto per costruire un progetto vincente, solido e duraturo.

L'ostacolo su cui però si arenarono tutti fu quella clausola che rendeva AVB quasi inavvicinabile: 15 milioni da versare al Porto o nisba, visto che i Dragoes di liberare il proprio tecnico non ci pensavano neanche alla lontana. Quando però sembrava che il "salto" ad un top club fosse posticipato all'estate 2012, Abramovich ha rotto gli indugi pagando la clausola e portando così l'obiettivo numero 1 a Stamford Bridge.



Dopo una campagna acquisti non di primissimo piano, comunque impreziosita dagli arrivi di Mata e del baby talento Lukaku (44 milioni il costo complessivo dei due), l'avvio dell'ex vice di Mourinho in Premier è stato tutto sommato discreto, con uno score di 6 vittorie, un pari all'esordio contro lo Stoke City ed una sconfitta (pesante) a Manchester contro lo United, mentre in Champions League la squadra pareva filare col vento in poppa in un girone ampiamente alla sua portata con Valencia, Genk e Leverkusen.

In questo sport però le cose possono cambiare velocemente, specie se all'improvviso quella squadra che pareva destinare a crescere con il passare del tempo si inceppa, iniziando a collezionare sconfitte con il serio rischio che la stagione assuma i contorni di un fallimento su tutta la linea. In campionato, tre sconfitte in quattro partite, con le tremende batoste contro l'Arsenal nel derby casalingo perso 3-5 e contro il Liverpool, sempre a Stamford Bridge, per 2-1, con il City capolista lontano già 12 punti.

In Champions, la sconfitta di Leverkusen maturata ieri sera ha forse inferto un colpo mortale nella fiducia di Abramovich, che a quanto pare avrebbe perso la pazienza nei confronti del tecnico su cui tanto aveva investito quest'estate e sta meditandone l'esonero. Il problema, in questo caso, è legato soprattutto ai costi di una eventuale separazione, quantificabili in una cifra che si aggira sui 23 milioni di euro. Insomma, il colpo Villas Boas potrebbe pesare sulle casse dei londinesi complessivamente una quarantina di milioni, cifra da capogiro se si pensa che stiamo pur sempre parlando di un tecnico che lavora solo da pochi mesi.

Chiaramente, adesso il leit motiv che riecheggia ovunque è il seguente: Villas Boas è un bluff, un mediocre, un sopravvalutato. Ma è davvero così? I risultati dell'annata in corso certamente lo condannano, ma il capolavoro realizzato a Oporto è qualcosa che certamente non può essere cancellata dalle difficoltà incontrate poi a Londra. Credo che al di là degli errori che il portoghese ha commesso (ho visto poche partite del Chelsea quest'anno, lo ammetto), la rosa su cui sta lavorando è oggettivamente piena di gente logora e provata da mille battaglie, e non ha subito quel rinnovamento auspicato con l'avvento del tecnico.

Insomma, se l'ormai ex Special Two è sulla graticola già a novembre, con lo spettro di Hiddink sempre più consistente, evidentemente delle ragioni vanno ricercate anche ai piani alti, dove si stanno toppando troppe decisioni ed il via vai di allenatori è sintomatico di una criticità presente proprio in fase di programmazione.

Se con il Valencia anche il castello Champions crollerà, Villas Boas avrà il benservito e c'è da scommettere che in tanti (Inter in testa) si fionderanno su di lui. Abramovich però si faccia qualche domanda, perchè cacciare Ancelotti, Mourinho e forse Villas Boas è un'impresa che difficilmente qualcuno potrà ripetere..


2 commenti:

  1. Villas Boas è sicuramente un buon allenatore ma il paragone con il suo maestro è sicuramente pesante. Troppe aspettative e troppi paragoni.
    Gli si deve dare tempo e soprattutto una squadra meno logora di questo Chelsea.

    RispondiElimina
  2. Il problema infatti è quello: fare paragoni. Il Porto di Villas Boas non giocava come quello di Mou, le filosofie di gioco dei due non sono nemmeno somiglianti. Purtroppo però è cresciuto con lui, e quindi implicitamente è "costretto" a convivere con questi paralleli.

    Il Chelsea è meno forte del City, ha praticamente la stessa ossatura degli ultimi 5 anni, e a gennaio ha speso decisamente troppo per Torres e Luiz, quando forse un mercato più oculato sarebbe stato più adatto alla transizione.

    Certo è che se mandi via dopo 3 mesi uno che ti è costato 15 milioni (più di Meireles, per dire), buttandone 40 in tutto, significa che non ci stai tanto con la testa..

    RispondiElimina