30 giugno 2013

Confederations Cup, si chiude senza sorprese


Va in scena tra poche ore il penultimo atto della Confederations Cup 2013, manifestazione che come di consueto si svolge nell'anno prima del mondiale in casa del Paese designato ad ospitare la rassegna iridata dodici mesi dopo. La finale 3°-4° posto tra Italia ed Uruguay farà da apripista a quella che sarà poi la finalissima del torneo, tra le favorite della vigilia Brasile e Spagna.

Novità in questo senso poche, visto che il disegno sembrava già tracciato alla vigilia vuoi per la composizione dei gironi eliminatori, o per i rapporti di forza tra le 8 partecipanti: troppo dominanti il Brasile dei giocolieri (in attesa di diventare una squadra vera) e in seconda battuta l'Italia di Balotelli nel girone A completato da Giappone e Messico, situazione pressochè analoga nel girone B dove Spagna e Uruguay si sono divertite con la simpatica selezione di Tahiti e hanno avuto la meglio su una comunque tosta Nigeria.



In uno scenario che non prevedeva, vista la struttura della competizione, la presenza di altre compagini che tra un anno saranno in prima linea a giocarsi il titolo come Germania, Argentina, e le stesse Francia e Olanda, l'analisi non può che limitarsi strettamente a quanto fatto vedere dalle squadre che oggi si giocheranno i tre gradini del podio.

Se la Spagna dimostra ancora di essere la squadra dotata dell'"orchestra" meglio funzionante nonostante non abbia brillato in semifinale, il Brasile ha sin qui lasciato la sensazione di essere una squadra futuribile ma che attualmente in un contesto allargato come quello del mondiale che ospiterà il prossimo giugno partirebbe probabilmente dietro sia agli iberici, sia alla Germania, che continua a crescere e a portare avanti il suo progetto. Chiaro che essere Paese ospitante offre storicamente una percentuale di probabilità di successo in più, anche perchè l'ultimo mondiale andato in scena da quelle parti è finito in maniera drammatica: oggi difficilmente si rivedrebbero scene di quel tipo a seguito di un mondiale gettato alle ortiche (la gara in questione è Brasile-Uruguay del 1950), ma c'è da scommettere che da quelle parti c'è una gran voglia di festeggiare un successo che manca dal 2002. Proprio quell'Uruguay che 63 anni fa fece piangere un'intera nazione, è oggi una formazione spigolosa, molto difficile da affrontare e con due fuoriclasse veri come Cavani e Suarez inseriti in un contesto tecnicamente non eccelso: potrà far strada, ma i quarti di finale tra un anno saranno la massima ambizione.

L'Italia meriterebbe per questioni ovvie un articolo a parte, ma appare anche inutile sottolineare che in Brasile non ci torneremo da favoriti. Lo siamo stati raramente, valori tecnici alla mano, salvo poi sorprendere sul campo come avvenne nell''82, nel 2006, e l'estate scorsa quando arrivammo in modo insperato ad una finale che poi sottolineò brutalmente quanto ancora fossimo lontani dalla Spagna campione. Il gruppo di Prandelli ha dimostrato di essere solido, ma volendo bilanciare gli effetti diversi che il trascorrere del prossimo anno porterà, dubito che il saldo sarà positivo. Per un De Sciglio, un El Shaarawy ed un Balotelli che matureranno acquisendo nuove consapevolezze ci saranno un Buffon, e un Pirlo che balleranno probabilmente l'ultimo valzer toccando rispettivamente le 36 e 35 primavere. Il rischio è che il mix non sia quello giusto, ma ci penseremo più avanti fermo restando che questa nazionale ai nastri di partenza sarà in seconda-terza fila dietro formazioni sulla carta meglio attrezzate: ne conto almeno cinque o sei.

Al ct il compito di lavorare per cercare di operare i "sorpassi": quattro anni fa la Confederations in Sudafrica fu lo specchio del disastro poi consumatosi nel 2010, ad oggi mi sento di dire che non mi dispiacerebbe ritrovarmi a vedere nuove Italia-Spagna tra un anno, perchè vorrebbe dire che siamo sulla strada giusta.

Per gli appassionati di scommesse sportive online segnalo le quote delle gare di stasera (si parte con Italia-Uruguay alle 18 ore italiane, appuntamento per i nottambuli a mezzanotte con la finalissima):


Antonio Capone (twitter - @tonycap83)

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